Il mistero delle statue rubate

«Sfido io, con questo fracasso , pensava Gaspare. «Prrrrr! A botte! A botte! Prrrr , riprese il pappagallo, per richiamare l attenzione. «Povero Ludovico, la Matta ti ha di nuovo preso a legnate, eh? . Quindi, rivolto al commissario: «Deve sapere, amico mio, che in questa casa non sono io il padrone. Io sono solo un ospite, i padroni sono loro: il signor Ludovico, cioè questo uccellaccio qua, e la mia governante, Olimpia (la Matta), che lei ha già conosciuto, immagino Ma si accomodi, signor commissario, si accomodi, la prego , gli disse indicandogli una poltrona, su cui Gaspare si sedette. Il Simonetti sprofondò nel divano e sbadigliò sonoramente: «Vede, quei due si odiano a morte. Sono come cane e gatto: il signor Ludovico si diverte a rosicchiare i semini e a sputare le bucce sul tappeto, e la Matta, che deve ripulire, per vendicarsi gli pesta la gabbia con la scopa, al grido: Ti prendo a botte . E così via, ogni giorno, da dieci anni , concluse accendendosi una siga-

Il mistero delle statue rubate
Il mistero delle statue rubate
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