Il dovere della memoria

S Selezione, doveva aver luogo una selezione, le donne dai 15 ai 45 anni dovevano presentarsi per un trasporto di lavoro, mettersi in fila in una certa baracca, a una certa data. Alcune donne ricordarono che finora era andata sempre peggio, mai meglio; di conseguenza si sottrassero alla selezione, non si presentarono. Mia madre era d altro parere. Peggio di così non poteva andare. L alternativa era la vita, disse. Ma la parola selezione, ad Auschwitz, aveva un suono sinistro. Non si poteva in alcun modo essere sicuri che fosse veramente una selezione per un campo di lavoro, e non una selezione per le camere a gas. Il campo di lavoro era logico: perché, altrimenti, avrebbero dovuto porre dei limiti d età? D altro lato, la logica non era il principio cardinale1 di quel luogo. [ ] Con la schiena rivolta alla porta posteriore della baracca, sui due lati del «camino che attraversava per il lungo l intera baracca, c erano due SS. Davanti a ciascuna, una coda di donne nude. Il soldato dinanzi al quale mi presentai aveva un volto da maschera, tondo e cattivo. Era alto, dovetti alzare gli occhi verso di lui. Dissi la mia età, lui mi respinse, con un cenno del capo, semplicemente. Accanto a lui stava una copista, non trascrisse il mio numero. Respinta. Nel gesto con cui l uomo scosse il capo stava la dimostrazione che avevo carpito2 la vita con l inganno; ma non avrei continuato a leggerla3, non si legge un testo proibito, come la Bibbia che mio zio mi aveva tolto di mano. Il guar1 cardinale: fondamentale. 2 carpito: afferrato, preso. 3 non avrei leggerla: la vita viene metaforicamente paragonata a un libro, perciò l espressione significa non avrei più continuato a viverla . 90

Il dovere della memoria
Il dovere della memoria
Collana I LIOCORNI