Il dovere della memoria

Shlomo Venezia © L arrivo ad Auschwitz-Birkenau lo sguardo mia madre, non era più lì. Non rividi più né lei né le mie sorelle, Marica e Marta. Mentre noi scendevamo dal treno, i tedeschi, con le fruste e a forza di botte, formarono due file, spedendo le donne e i bambini da una parte e gli uomini, senza alcuna distinzione, dall altra. Con un gesto della mano ci indicavano: «M nner hier und Frauen hier , «Gli uomini qui e le donne là . Avanzavamo come degli automi, rispondendo alle urla e agli ordini. Se inizialmente potevo scorgere la fila delle donne, ben presto la folla divenne tanto densa e compatta che mi ritrovai circondato esclusivamente da uomini. Tutto si svolse abbastanza velocemente. Non avevamo il tempo di pensare. Ci sentivamo spaesati, fuori dal mondo. I tedeschi ci circondavano con i mitra e i cani, e nessuno poteva lasciare il proprio posto. Ho sentito dire che qualcuno ricevette la benedizione dal padre o dalla madre Sono felice per loro. Disgraziatamente non tutti ebbero questa fortuna. Io, mio fratello e i miei cugini riuscimmo a rimanere insieme, mentre non rivedemmo mai più mio zio e gli altri. Ci misero subito in fila di fronte a un ufficiale tedesco. Poco dopo arrivò un altro ufficiale, forse il famoso dottor Mengele2, ma non ne sono sicuro. L ufficiale ci guardava appena e con il pollice indicava «Links, rechts! , «Sinistra, destra! Mi ritrovai dal lato con il minor numero di persone: non più di trecentoventi. Tutti gli altri si incamminarono, senza saperlo, dal lato della morte immediata nelle camere a gas di Birkenau. 2 Mengele: il dottor Josef Mengele, soprannominato l angelo della morte , fu autore, ad Auschwitz, di esperimenti tanto crudeli quanto inutili su cavie umane. Dopo la guerra si rifugiò in Sudamerica, riuscendo a far perdere le sue tracce. Morì in Brasile nel 1979, come si poté appurare in seguito al ritrovamento della sua tomba. 29

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Collana I LIOCORNI