Il Falconiere di Federico II

Capitolo 8 83 strano e fantastico al contempo: era una solare giornata di maggio e si trovava con Chiara, a camminare tra i campi verdi con vaste macchie di ginestre d un giallo sfolgorante e distese di papaveri rossi.Erano entrambi felici,liberi,beati.Ma a un certo punto, quasi di colpo, il cielo si era coperto di nuvole scure e minacciose ed era iniziato un violento temporale. E loro non sapevano cosa fare, se correre verso casa, se cercare un rifugio Ecco, era stato a quel punto che si era sentito chiamare e, in verità, era convinto che a farlo fosse stato qualcuno che voleva aiutarli. E invece doveva correre dall Imperatore. Sorrise.Si sistemò e si precipitò con i suoi tre inseparabili amici verso il castello, senza neppure bere la solita tazza di latte caldo con un bel pezzo di pane scuro e duro. Sia per sé che per i falchi, ovviamente. Trovò Federico II già pronto a partire per i boschi del Vulture, con tre uomini di corte, tra cui Pier delle Vigne, quattro cavalli e numerosi e frementi cani da caccia, che già pregustavano una giornata movimentata. Ti vedo bello fresco e pronto a una battuta di caccia, gli disse l Imperatore. Scommetto che stavi sognando di correre lungo le meravigliose praterie del Vulture all inseguimento d un grasso cinghiale. Roberto scoppiò a ridere. Maestà, rispose ci siete andato molto vicino. Ma adesso partiamo, vedo che è già tutto pronto. Ve ne parlerò strada facendo. Dobbiamo solo fare attenzione quando arrostiremo il cinghiale. Federico II e gli amici scoppiarono a ridere. Se pur accaduto da poco tempo, pareva che dalla brutta avventura dell assalto dei lupi fossero passati molti anni. Il gruppetto partì al galoppo e scomparve tra gli alberi in pochi attimi, con la scia dei cani che abbaiavano eccitati. L Imperatore si affiancò a Roberto, ammirando i maestosi falchi che gli stavano aggrappati sulle spalle e su un braccio. Sono veramente stupendi, si complimentò. Quasi quasi ne sono invidioso. Ma raccontami il tuo sogno. Mi hai messo cu-