Le Storie più belle del Mondo

182 IL TEMPO DEGLI EROI l anima agli dèi, perché, se finiva nelle sue mani, veniva preso e dato in pasto agli animali. Eracle giunse in Tracia e chiese subito informazioni agli abitanti. Ma quelli, bastava che lui facesse il nome di Diomede, che scappavano tutti via, spaventati. Solo uno di loro, un pover uomo che pascolava i suoi greggi vicino a un fiume, non fuggì e gli disse, senza tanti complimenti: «Guai a te, straniero! Diomede non ha pietà di nessuno. Dammi retta, tornatene a casa e vivi in pace i tuoi giorni . «Amico, io non ho casa , rispose l eroe. «E allora, peggio per te , gli replicò il pastore e se ne andò per la sua strada. Così Eracle dovette trovare da solo la via per arrivare alla reggia. Era d estate e faceva un caldo infernale; l eroe camminava a fatica, tergendosi il sudore dalla fronte,quando sentì dei nitriti lontani.Allora accelerò il passo e dopo un po giunse davanti a un bel recinto, dove, incatenate a mangiatoie di bronzo, si trovavano le famigerate cavalle. «Eccole! , pensò l eroe, si acquattò dietro un cespuglio e attese. Diomede arrivò verso il tramonto; aprì il recinto e gettò in pasto alle cavalle il cadavere di un uomo. Eracle, disgustato da quella scena, avrebbe voluto intervenire e uccidere subito il re, ma poi si trattenne e decise di attendere il momento più propizio. Nel frattempo, Diomede si era seduto ai piedi di un albero aspettando che le cavalle finissero di mangiare. Eracle con un balzo felino gli fu addosso, lo immobilizzò e poi gli spaccò la testa con un colpo di clava; quindi gettò il suo cadavere in pasto agli animali. Ciò che avvenne in seguito è storia vecchia: l eroe ammansì le cavalle e le condusse a Micene, causando ancora una volta l ira di Euristeo: «Dovevi lasciarle fuori,non portarle qui,nella mia reggia! , sbraitava, e intanto la botte, che si era rovesciata a causa dei movimenti convulsi del re, rotolava per la sala, tra lo stupore degli astanti. «Aiuto, mi uccideranno, mi mangeranno vivo! , urlava Euristeo. Le guardie si torcevano dalle risate e anche il popolo non ne poteva più dal gran ridere. L eroe stesso si ritirò in

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