Wilson lo zuccone

tezze,3 quando eravate piccoli? Vi spiace raccontarmelo? Altrimenti, non parlate. Oh, non ci spiace affatto, signora; nel nostro caso non fu colpa di nessuno, ma semplicemente cattiva sorte. I nostri genitori, in Italia, erano benestanti e noi eravamo i loro unici figli. Appartenevamo all antica nobiltà fiorentina, il cuore di Rowena sobbalzò, le si dilatarono le narici e ed una luce sottile guizzò nei suoi occhi; quando scoppiò la guerra mio padre si trovò dalla parte dei vinti e dovette fuggire per salvarsi la vita. Le sue tenute furono confiscate, le sue proprietà sequestrate, e noi ci ritrovammo in Germania stranieri, senza amici e, di fatto, poveri. Io e mio fratello avevamo dieci anni ma possedevamo una notevole cultura per la nostra età; eravamo studiosi, amanti dei libri e dotati di buone basi in tedesco, francese, spagnolo e inglese. Inoltre, se mi si consente dirlo, del resto è la pura verità, avevamo un prodigioso talento musicale. Nostro padre sopravvisse solo un mese alla sventura e nostra madre lo seguì ben presto, così rimanemmo soli al mondo. I nostri genitori avrebbero potuto sollevare le loro sorti esibendoci sulle scene, ed ebbero molte offerte generose; ma il solo pensiero ripugnava al loro orgoglio e dichiararono sempre che avrebbero preferito morire di fame. Tuttavia, noi fummo costretti a fare, senza la formalità del consenso, ciò che essi non avevano permesso. Eravamo sommersi dai debiti contratti in seguito alla malattia ed ai funerali, così ci inclusero tra le attrazioni di un teatrucolo di Berlino in modo da ricavare abbastanza denaro per liquidarli.4 Ci vollero due anni per liberarci da quella schiavitù. Fummo condotti in lungo e in largo per la Germania, senza ricevere alcun salario, né il necessario per sostentarci. Dovevamo dar spettacolo senza alcun compenso ed elemosinare il pane quotidiano. 3 ristrettezze: condizioni di indigenza, povertà. 4 liquidarli: pagarli, chiuderli. 70

Wilson lo zuccone
Wilson lo zuccone
Collana I LIOCORNI